La vendemmia è ormai conclusa e la produzione di vino 2016 è particolarmente abbondante e non molto lontana dai livelli dello scorso anno, quando furono superati i 50 milioni di ettolitri.

C’è ancora un po’ di incertezza perché le piogge di settembre hanno cambiato gli esiti delle previsioni fatte fino a quel momento. Sembra essersi consolidata la crescita in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte; mentre in Trentino Alto Adige le perdite sono state inferiori alle aspettative; situazione analoga in Sicilia: In Lombardia, invece, la flessione stimata inizialmente è sembrata ottimistica.

La Puglia lamenta perdite pesanti su alcune varietà ed incrementi altrettanto importanti su altri. Ad una produzione comunque abbondante si devono aggiungere anche le giacenze, che al 31 luglio ammontano a 42,7 milioni di ettolitri. Qualunque sia il segno della variazione rispetto allo scorso anno, comunque, l’Italia si conferma primo Paese produttore in un contesto in cui i volumi mondiali, secondo stime Oiv, sembrano attestarsi a 260 milioni di ettolitri, – 5% sul 2015.

La Ue nel suo complesso si presenta con 165,6 milioni di ettolitri, contro i 167 della campagna precedente (-4%), con la Francia attestata a 43,2 milioni di ettolitri (-10% su base annua). In lieve crescita, secondo le prime stime, la Spagna ma senza discostarsi troppo dai 37 milioni di ettolitri del 2015.

E nel Nuovo Mondo? La produzione 2016 è stata del 10% inferiore rispetto all’anno precedente, con Cile, Sud Africa e Argentina che hanno registrato riduzioni vicine al 20%. In lieve incremento, invece, sia gli Stati Uniti sia dell’Australia. Da segnalare che la Cina, con oltre 11 milioni di ettolitri, si sta affermando anche come produttore e non più solo come importatore.