Gli Stati Uniti patria della dieta sregolata? Anche gli ultimi dati del Dipartimento di stato americano per l’Agricoltura (USDA) sembrano confermarlo.

Se il consiglio è quello di mangiare verdura tra le 2,5 e le 3 volte al giorno, nella realtà – rivela l’USDA – in America non si va oltre (dati  del 2013) a 1,7 volte al giorno pro capite.

In pratica, una frequenza non molto distante dai dati di una ricerca condotta dal Center for Dissease Control and Prevention, l’istituto di sanità statunitense, che rivelava come tra il 2007 e il 2010 ben l’87% degli americani non arrivasse a consumare la quantità di verdura raccomandata, con la percentuale che variava molto da Stato a Stato (nel Mississippi era addirittura del 94,5%).

Se questo è l’epifenomeno rimane ancora valida la domanda originale. Ma perché gli americani non mangiano la verdura? A quanto pare, il problema potrebbe non essere solo di abitudini dure a morire, ma pure di una scarsa offerta sugli scaffali.

Oltre al numero di volte in cui introdurre verdura nella dieta giornaliera, infatti, le raccomandazioni vertono anche su un mix di varietà che comprendono verdure a foglia, verdure “arancioni” e “gialle” (per esempio carote e peperoni), legumi. Tuttavia, i dati dell’USDA scattano una fotografia ben diversa di quella che è l’offerta merceologica negli States.

Nel 2013, dunque, il 59% della verdura e dei legumi disponibili nei mercati era rappresentato dal trittico formato da patate, pomodori e lattuga; e, tra loro, la parte del leone la fanno i primi due se si considera che, sul totale dell’offerta di verdura e legumi, la lattuga rappresenta appena il 7%. Le patate rappresentano il 30% dell’offerta, i pomodori il 22%. Ecco spiegato l’arcano, dunque.