Una manciata di millimetri di una vongola può mandare in tilt un comparto dell’Alto Adriatico che vale poco meno di 60 milioni di euro. Pescare 1 solo mollusco sottomisura, ossia meno dei 2,5 centimetri stabiliti per legge può portare a subire un processo penale, con sanzioni fino a 4 mila euro.
È per questo che un’ottantina di pescherecci provenienti da Chioggia, Pellestrina e Venezia, organizzato dai Consorzi di gestione delle vongole dell’alto e basso Adriatico, hanno manifestato davanti alla Capitaneria di porto di Venezia, contro le norme europee per la pesca delle vongole diventate più stringenti per l’intensificazione dei controlli di queste ultime settimane. Un problema molto grave che sarà all’ordine del giorno di un incontro con il ministro Martina il prossimo 27 gennaio, come ha fatto sapere l’Alleanza delle Cooperative della pesca.

La taglia minima per le vongole “fu introdotta in Italia alla fine degli anni ’60 per essere ripresa poi nelle norme Ue – spiega la Federcoopesca – ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è il Regolamento comunitario dei controlli che ha intensificato l’azione delle forze dell’ordine e le sanzioni, creando problemi alle imprese che devono pagare costi salati anche a fronte di quantitativi minimi di pescato sotto taglia del tutto accidentali”.

Quello che il comparto chiede, afferma Marco Boscolo presidente dei Consorzi di gestione delle vongole di Chioggia, è il ripristino della percentuale di vongole sottodimensionate tollerate al 10% oggi a zero, unitamente alla previsione di sanzioni amministrative e non penali. Si chiede, poi, di portare ad almeno 2,3 centimetri il limite di pezzatura, ciò anche in considerazione della presenza di vongole da 1,7 centimetri importate dalla Turchia.

Nella zona dell’Alto Adriatico lavorano 706 vongolare per una produzione di circa 22 mila tonnellate, il 10% delle catture nazionali. Un bel po’ di posti di lavoro a rischio.