Con 38,3 milioni di ettolitri è la più leggera dal Dopoguerra (-23,2% sui volumi)

Sono stati rilasciati i dati relativi alla vendemmia 2023, l’ultima fatta. Iniziata ad agosto, anticipata per via del gran caldo sofferto lo scorso anno, si è protratta fino a novembre. Ma è stata la più leggera dal Dopoguerra.

Lo hanno certificato proprio i dati ufficiali inviati dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste alla DG Agri, che vedono la produzione vitivinicola italiana dello scorso anno ferma a 38,3 milioni di ettolitri, con un calo del 23,2% sui volumi 2022. Eravamo ben oltre i 4° milioni lo scorso anno.

Il dato è in linea con quanto previsto a fine novembre dall’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv). La contrazione, senza precedenti dal 1947, è stata causata soprattutto dagli attacchi della peronospora, malattia fungina provocata dalle frequenti piogge che ha colpito molti vigneti soprattutto del Centro-Sud. L’estate settembrina, se da una parte ha ulteriormente alleggerito il prodotto, ha anche influito positivamente sulla qualità delle uve.

Nel panorama produttivo made in Italy – conclude l’analisi dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv –, i vini DOP pesano per il quasi il 52%, mentre gli Igp rappresentano il 25% del prodotto.

La qualità sembra essere, invece, decisamente alta. Vedremo se il mercato riuscirà a premiare gli sforzi dei vignaioli italiani.


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