Lo scorso 10 maggio si è svolto presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze un incontro su “La sacralità dell’agricoltura”, organizzato in collaborazione con la Facoltà teologica dell’Italia centrale.

Lo scorso 10 maggio si è svolto presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze un incontro su “La sacralità dell’agricoltura”, organizzato in collaborazione con la Facoltà teologica dell’Italia centrale.

Relatori sono stati don Stefano Tarocchi, Giampiero Maracchi e Paolo Nanni, i quali hanno evidenziato come l’agricoltura sia sempre stata una attività culturale per l’uomo. Esistono testimonianze dalla preistoria fino ai giorni nostri. L’agricoltura è sempre stata legata ad un mondo rurale in cui la vita si svolgeva nel rispetto dei ritmi della natura e delle stagioni, con proprie regole e con fede.

L’agricoltura è da sempre stata considerata “settore primario” in quanto basata sulla cura delle piante, che sono l’unica fonte del nostro cibo, dunque essenziali per la sopravvivenza dell’uomo. Nel corso del XX secolo, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, le sempre più rapide acquisizioni di conoscenze tecnico-scientifiche hanno accelerato lo sviluppo economico, modificando radicalmente anche l’agricoltura e determinando la scomparsa della antica civiltà contadina.

Oggi il settore primario riscuote sempre meno attenzione: la superficie agraria utilizzata (Sau) diminuisce, così come il numero degli addetti al settore ed il numero delle aziende agricole. Ciò nonostante mai come adesso, l’agricoltura sembra offrire possibili soluzioni a problemi cogenti per l’umanità, come la sicurezza alimentare, la tutela dell’ambiente, l’impiego di energie rinnovabili.