Trasversale, amato a tutte le età è rimasto il refrigerio più pop alla calura estrema

È l’oggetto dei desideri di tutti, a partire dai più piccoli, ovviamente. È sinonimo di ghiottoneria, pasto quasi completo, dessert o mezzo di compagnia, è diventato anche rimedio quasi naturale per contrastare il caldo monstre di questi faticosi giorni. È il gelato.

E sta andando davvero forte. Nelle gelaterie italiane vengono utilizzati ben 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno.

Il caldo odierno fa volare i consumi di gelato con il ritorno di coni e coppette, nonostante il balzo dei prezzi che fanno registrare un aumento del 19% rispetto allo scorso anno. Emerge da una analisi su dati Istat a giugno circa gli effetti del grande caldo che ha colpito l’Italia. A pesare sui listini il balzo dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni, a partire dallo zucchero (+47%) di cui l’Italia è deficitaria. Un andamento che non sembra spaventare gli italiani, che consumano gelato per la pausa pranzo o lo snack. Il gelato realizza un fatturato totale di 2,7 miliardi grazie alla presenza di 39mila gelaterie nazionali che danno lavoro a 75 mila persone.

Nonostante le innovazioni vince sempre il gelato artigianale, nei gusti storici anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diversi target di consumatori, naturalista, dietetico o vegano. Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom delle agrigelaterie artigianali che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala ma quest’anno è arrivato anche quello di latte di pecora.


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