Il Copa-Cogeca ha condannato il voto della commissione per l’ambiente del Parlamento europeo sulla futura politica europea in materia di biocarburanti.
Ha inoltre indicato che questa minaccia il futuro dell’industria europea, in quanto in grado di causare la chiusura di impianti e mettendo a repentaglio un approvvigionamento sicuro di mangimi. Pekka Pesonen, segretario generale del Copa-Cogeca, ha messo in guardia “Deploro vivamente il voto della commissione per l’ambiente che va nella direzione sbagliata rendendo più difficile la conclusione di un accordo con gli Stati membri”.
La proposta della commissione di introdurre un massimale del 6% per i biocarburanti di prima generazione “potrebbe portare a una forte riduzione della superficie investita a colza in Europa, a turbative sui mercati dei cereali e dello zucchero, così come a una diminuzione della diversificazione delle colture possibile attraverso l’avvicendamento. Una limitazione dei biocarburanti di prima generazione impedirebbe un riequilibrio del deficit di proteine vegetali nell’UE. Ciò potrebbe anche nuocere alla stabilità dei mercati agricoli e portare a un sottoutilizzo della nostra capacità di produzione, segnatamente nei nuovi Stati membri in cui sono possibili guadagni di produttività significativi. Raccomandiamo, pertanto, che l’8% almeno dei combustibili utilizzati nei trasporti sia prodotto a partire da carburanti derivati da colture agricole. La fissazione di un massimale al di sotto dell’8% potrebbe inoltre avere un effetto negativo sugli investimenti nei biocarburanti di seconda generazione che fanno seguito a quelli realizzati nei biocarburanti di prima generazione e nella bio-economia in generale” ha dichiarato.
“Inoltre, siamo contrari all’inclusione nella relazione dell’eurodeputato Torvalds del cambiamento indiretto di destinazione d’uso del terreno (ILUC) poiché i modelli utilizzati come base per introdurre i fattori ILUC nelle comunicazioni che i fornitori di combustibili debbono fare agli Stati membri sono inaccettabili e non hanno basi scientifiche. Per di più non sono stati concordati a livello internazionale. I fattori ILUC, se fossero accettati, provocherebbero la chiusura di impianti di bioenergia e la bioeconomia non diventerebbe mai una realtà” ha aggiunto il Segretario generale.
Una politica di decarbonizzazione stabile e mirata a sostegno dei biocarburanti, compresi i biocarburanti sostenibili certificati prodotti a partire da seminativi, è fondamentale per il dopo 2020. Essa permetterebbe all’agricoltura europea e alle sue industrie connesse di contribuire pienamente alle politiche climatiche ed energetiche ambiziose dell’UE, nonché all’innovazione, alla crescita e all’occupazione nelle zone rurali. Un obiettivo vincolante per i biocarburanti avanzati deve pertanto far parte di prospettive a lungo termine che vanno oltre il 2020 al fine di creare un quadro stabile che consenta gli investimenti e incoraggi lo sviluppo commerciale del settore parallelamente ai biocarburanti derivanti da seminativi. L’introduzione del principio a cascata per la biomassa contrasterebbe con il principio di economia di mercato e non garantirebbe un uso efficace delle risorse. Essa aumenterebbe anche la burocrazia e sarebbe onerosa per i produttori.
“Esorto i ministri europei, la Commissione e gli eurodeputati ad assicurarsi che il nostro punto di vista sia incluso nell’accordo finale onde garantire la solidità dell’industria in futuro” ha concluso Pekka Pesonen.