In Italia la diffusione di auto elettriche procede molto a rilento
Sostenibilità sembra essere la parola d’ordine di questi tempi. Ed il contesto sembra sostenerlo; la crisi del petrolio, lo spettro degli attacchi a Suez, gli equilibri geopolitici che si devono inchinare alle esigenze energetiche delle grandi potenze, i vari protocolli internazionali al centro delle cronache internazionali. Ma come sta andando il mercato del settore più inquinante di tutti, il trasporto privato? Se nel continente le auto elettriche supereranno il 50% del complessivo circolante solo nel 2032, da noi l’obiettivo si raggiungerà con fatica e con 4 anni di ritardo. Lo evidenzia uno studio dell’Università tedesca di Dresda, che ha analizzato le prospettive future di ciascuna nazione in base a tre diversi scenari di sviluppo del mercato delle auto elettriche.
L’Italia, inevitabile fanalino di coda in ogni scenario
L’andamento di un mercato così complesso dipende da molteplici fattori, che spaziano dalle strategie delle case automobilistiche alle normative anti-inquinamento, fino allo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica. Nello scenario più ottimistico (exponential) così come in quello mediano (logistic) e nel più prudente (bass), l’Italia appare in ritardo rispetto ai principali paesi europei: tra il 2029 e il 2032 il continente nel suo complesso supererà la quota di 50 auto elettriche circolanti ogni 100, mentre nel nostro paese lo stesso risultato verrà raggiunto fra il 2034 e il 2036, con un ritardo compreso tra i quattro e i cinque anni.
Il Parlamento europeo vuole una decisa accelerata
A guidare la classifica delle nazioni più virtuose sono, come sempre, i paesi nordici: già quest’anno, o a più tardi all’inizio del prossimo, la Norvegia dovrebbe raggiungere il 50 per cento di veicoli elettrici sul totale del parco circolante. Seguono la Svezia, che dovrebbe centrare l’obbiettivo tra il 2026 e il 2029, l’Olanda (2027/2029) e la Germania (2028/2031). Come già avviene per diversi altri indicatori economici, l’impressione è che l’Europa del nord e quella del sud viaggino a due velocità: l’Italia, infatti, figura insieme a Spagna, Portogallo e Grecia tra i paesi nei quali la transizione ecologica della mobilità procede a passo lento. Nel biennio 2031/2032, quando in buona parte del continente avverrà il sorpasso delle auto elettriche su quelle alimentate a benzina e diesel, in casa nostra dovremmo attestarci solo intorno al 10 per cento di veicoli alla spina circolanti.
Lo scorso giugno la Commissione europea ha imposto lo stop alla alle vendite di auto a benzina e diesel a partire dal 2035. Una scelta accompagnata da diverse critiche, con target ritenuti da più parti troppo ambiziosi. Eppure c’è chi ha impresso un’accelerata ancora più decisa. Negli Stati Uniti si raggiungerà il 50 per cento di auto elettriche sul totale circolante tra il 2029 e il 2030, con almeno un paio di anni di anticipo rispetto alla media europea.