Il rapporto AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Bilogica

Il rapporto AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Bilogica, chiamato “Il Buono Bio“, svela come le coltivazioni biologiche – data l’assenza di sostanze chimiche, pesticidi o fattori acceleranti della crescita – produca frutta e verdura più ricca di nutrienti e di antiossidanti. E lo stesso vale anche per l’allevamento, dove ci si è accorti che il latte prodotto da aziende zootecniche biologiche contenga più proteine, soprattutto quello di capre e pecore. Ottime le notizie anche in merito alla contaminazione da fitofarmaci: gli alimenti biologici ne sono praticamente sprovvisti, a meno che non vi sia una contaminazione ambientale esterna alla coltivazione stessa, con tassi di 500/700 volte più bassi rispetto ai prodotti di comune acquisto. Frutta e verdura sono sicuramente indispensabili per la cura del proprio corpo, grazie alle loro capacità di nutrizione e un apporto corretto di vitamine. Un recente studio, tuttavia, ha dimostrato come i prodotti biologici siano più ricchi proprio di vitamine, soprattutto la vitamina C, rispetto alle coltivazioni convenzionali, oltre che a contrastare maggiormente l’effetto dell’invecchiamento.

Proprio per incentivare il ricorso ad agricoltura e allevamento biologico, l’AIAB ha stilato il “Vademecum del consumatore“: tre facili regole per accertarsi di fare acquisti bio, vivere meglio e, contestualmente, rispettare appieno l’ecosostenibilità della nutrizione:

Leggere bene l’etichetta: un prodotto biologico lo si riconosce dalla sua etichetta. Bisogna evitare di cadere nel tranello di acquistare frutta e verdura che riportino la scritta “bio” ma in realtà prodotte con metodi convenzionali. I veri fornitori biologici spiegano per filo e per segno le loro modalità di coltivazione. Sull’etichetta si troverà l’apposito marchio europeo, il metodo di produzione, i codici dell’azienda e la provenienza;

• Scegliere la filiera corta: ridurre i passaggi intermedi all’acquisto fa bene sia al portafoglio che alla salute, oltre all’ambiente. Bisogna evitare la grande distribuzione preferendo i produttori locali, come quelle aziende che permettono di acquistare vegetali direttamente dagli agricoltori;

Preferire il locale: più un prodotto sarà vicino alla propria abitazioni, minore sono i costi in termini di inquinamento e maggiore la freschezza. Preferire, quando è possibile, la produzione a chilometro zero.