“100% riciclato e riciclabile” sulle etichette delle acque minerali in plastica sono claim falsi. Altroconsumo segnala le aziende alle autorità.

Il consumo pro capite di acqua in bottiglia è in forte crescita negli ultimi anni ed è stato calcolato che un europeo medio beve circa 118 litri di acqua in bottiglia ogni anno. I cinque paesi europei dove il consumo è maggiore sono l’Italia, la Germania, il Portogallo, l’Ungheria e la Spagna. Per questo “è essenziale fornire ai consumatori informazioni attendibili e accurate sull’impatto ambientale dei prodotti che acquistano”, spiega ancora Altroconsumo.

Perciò, diffondere la notizia che la bottiglia di plastica è riciclabile totalmente può indurre il consumatore a diminuire il proprio grado di responsabilità nell’atto dell’acquisto. Ma stiamo parlando di materiali inquinanti e realizzati a partire da combustibili fossili: nel 2050, se nulla cambierà, si stima che il totale delle emissioni derivanti dalla plastica a livello globale supererà il tetto di emissioni concesso per la produzione di tutti i materiali e rappresenterà il 32 per cento delle emissioni concesse in totale per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Oltre al fatto che l’intero ciclo vitale della plastica è una vera minaccia per la salute dell’uomo e l’inquinamento da plastica è un serio problema per gli ecosistemi terresti e degli oceani.

Sempre più spesso, le bottiglie di plastica riportano frasi come “100 per cento riciclato” oppure “100 per cento riciclabile”. In tal modo, i consumatori sono portati a presumere che “riciclabile” significhi che la bottiglia verrà riciclata in una nuova bottiglia e quindi che il 100 per cento dei componenti siano recuperabili. Ma non è esattamente così.

Tappi ed etichette, non sempre riciclabili

Le bottiglie e i contenitori dell’acqua minerale possono essere fatti di diversi materiali, tra cui il vetro, l’alluminio e il cartone: oggi il 97% è di plastica. I riferimenti “da bottiglia a bottiglia” o alla “circolarità” riguardano tutti esclusivamente la componente Pet (polietilene tereftalato) che è il corpo della bottiglia, ma non le altre parti della bottiglia, come tappi ed etichette. Come spiegato in un rapporto del 2022 di Eunomia e Zero Waste Europe intitolato How circulare is Pet”, anche per il polietilene tereftalato non esiste un circuito di riciclo totalmente circolare. Il tasso di riciclo delle bottiglie in Pet per bevande è del 55 per cento in Unione europea e le probabilità che una bottiglia per bevande ha di essere riciclata in una nuova bottiglia è solo del 30 per cento circa.

Nell’Unione europea i tappi non possono essere fatti di plastica riciclata dal momento che i regolamenti restringono i tipi di plastica riciclata che possono essere usati per il packaging alimentare (attualmente, solo il polietilene tereftalato è ammesso). I tappi non sono fatti di Pet, bensì di altri tipi di plastiche come, ad esempio, il polipropilene (Pp) o il polietilene ad alta densità (Hdpe). Anche le etichette non sono sempre fatte di Pet ed è improbabile che siano composte di plastica riciclata. I componenti delle bottiglie, quindi, non sono né “riciclati al 100 per cento” né possono essere considerati “riciclabili al 100 per cento”: per questi motivi, il “riciclo al 100 per cento” non è quindi possibile.

La denuncia di Altroconsumo

L’organizzazione dei consumatori Altroconsumo, insieme al Beuc – l’Organizzazione europea dei consumatori – ha deciso di segnalare alle autorità europee e all’autorità italiana della concorrenza e del mercato le aziende produttrici di alcune marche di acqua minerale che utilizzano questi slogan ingannevoli.

Insomma, vale la massima per cui il miglior rifiuto è quello che si evita. È preferibile scegliere un contenitore diverso dalla plastica o, se proprio non possiamo farne a meno, essere consci che quella bottiglia difficilmente verrà riciclata. Essere onesti con sé stessi è il modo migliore per diventare consumatori più consapevoli.


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