Resi noti i dati USDA (il dipartimento governativo statunitense sull’agricoltura) sull’andamento della stagione agrumicola italiana. Emerge una previsione positiva dell’evolversi dell’anno commerciale in corso (novembre 2015-ottobre 2016) sia in termini di produzione sia di collocamento sul mercato.
L’introduzione di nuove varietà oltre a innesti di grande qualità resistenti al virus della Tristeza ha permesso all’Italia di estendere il calendario di produzione. Nella stagione 2014/15 la produzione italiana di arance era scesa del 24% rispetto al 2013/14 a causa della scarsità di piogge e del Citrus Tristeza Virus (CTV), che aveva compromesso circa 32.000 ettari di aranceti nelle province di Catania e Siracusa.
Ottima l’ annata in corso, dunque, anche in termini di qualità, grazie ad una produzione definita “eccellente”. Tra le principali varietà coltivate vengono ricordate Tarocco, Moro, Sanguinello, Navelina e Valencia mentre Ippolito e Meli sono menzionate quali cultivar emergenti in grado di acquisire sempre maggior popolarità. In termini commerciali, secondo l’USDA, le importazioni nostrane nella stagione 2014/15 si sono attestate attorno alle 220.000 tonnellate, in crescita rispetto alla campagna precedente quando si registrò un forte calo dovuto ai ridotti volumi provenienti dalla Spagna (-33%), il nostro principale fornitore di arance con una copertura del 62% dell’import totale. Sul versante export, invece, nel 2014/15 sono state spedite complessivamente 120.300 tonnellate di prodotto, soprattutto verso Germania, Svizzera, Austria e Francia.
Dall’analisi della stagione dei mandarini si stima un generale calo della produzione del 12%, riconducibile alle pesanti grandinate che hanno colpito la Sicilia nei mesi di maggio, giugno e agosto. Nello scorso anno commerciale le importazioni di mandarini del Bel Paese hanno raggiunto le 97.000 tonnellate mentre le spedizioni oltre frontiera si sono fermate ad appena 87.000 tons.
Infine, circa la produzione di limoni il dipartimento prevede volumi in leggera flessione rispetto all’anno precedente (-2%) a fronte di una maggior qualità del prodotto, grazie alle abbondanti piogge, che hanno reso i limoni “più succosi”, e alla scarsa presenza di insetti dannosi.