Tra qualche giorno sapremo come ci si potrà comportare durante l’appuntamento più importante (e sociale) dell’anno
La pandemia scombina le carte anche a tavola ed anche durante Natale. Siamo ancora in attesa di conoscere le disposizioni normative che riguarderanno le festività natalizie e di fine anno ma intanto qualche ragionamento e alcune previsioni si possono azzardare sulla base delle indiscrezioni trapelate.
Non sappiamo se con certezza saranno esattamente queste, ma vi saranno limitazioni. Il Natale senza pranzi (e/o cenoni) rischia di far saltare il posto a tavola ad 1 italiano su 3, mentre lo scorso anno la tavolata media per gli appuntamenti di fine anno degli italiani era composta da ben 9 persone.
Il divieto alle feste private e ai tradizionali veglioni, come anche i limiti posti agli spostamenti, dal coprifuoco, l’invito a festeggiare tra conviventi e a tagliare drasticamente il numero delle persone a tavola fino ad un massimo di 6 commensali, significherà di fatto maggiore sobrietà con meno brindisi ed un netto taglio delle portate senza contare i tanti italiani, spesso anziani, che saranno costretti a trascorrerlo da soli.
E poi ci sono le conseguenze economiche. Natale senza pranzi e cenoni rischia di far perdere al sistema economico e occupazionale Made in Italy, secondo una primissima ed informale stima, fino a 5 miliardi, la cifra spesa lo scorso anno dagli italiani, in casa e fuori, solo per imbandire le tradizionali maxitavolate delle feste di fine.
Le limitazioni mettono a rischio infatti intere filiere produttive agroalimentari colpendo i consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, tonnellate di pasta, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci spariti dalle tavole lo scorso anno solamente tra il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno.