Un quarto delle clementine calabresi della campagna di quest’anno è merce di scarto perché i pezzi sono imperfetti. La falcidia, in particolare, è data dalla pezzatura piccola che non ha nessuna possibilità di vendita benché, in realtà, i frutti più piccoli sono più dolci.

In compenso, crescono dell’8% le quotazioni al produttore derivate soprattutto dalla riduzione dei volumi in commercio a fronte di una produzione calabrese costante. Su un totale di 700mila quintali di prodotto di scarto ne sono stati ritirati, grazie alle misure Ue, appena duemila tra ottobre e novembre per destinarle in beneficenza. Si tratta di operazioni che hanno fruttato al produttore, al netto dei costi di trasporto ed imballaggio, circa 19 centesimi al chilo. Una misura minimale rispetto alle reali perdite. Il prezzo al produttore, infatti, quest’anno arriva a 32 centesimi al chilo in crescita del 7-8%.

Secondo le stime degli operatori, la Calabria produrrà nella campagna 2016-2017, circa 3 milioni di quintali di clementine, di cui il 10% Igp. Si tratta di volumi importanti ma tendenzialmente stabili rispetto all’anno scorso. Il vantaggio di questa campagna è che l’offerta complessiva non è eccedentaria rispetto alla domanda di mercato. I volumi  consentono una migliore collocazione della merce nonostante perduri il veto sul mercato russo, solitamente destinatario del 10% del prodotto, ossia circa 300mila quintali.