Si è tenuto oggi l’incontro conclusivo dei lavori di Mobilità Idrogeno Italia, che con i suoi Gruppi di lavoro ed il Comitato di Indirizzo Strategico nei mesi scorsi, su incarico del Ministero per lo Sviluppo Economico, ha affiancato le autorità competenti nella redazione di una proposta di Piano nazionale per la mobilità ad idrogeno, che il Governo presenterà alla Commissione Europea entro novembre, come previsto dalla Direttiva 2014/94/UE sullo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi.

Il Comitato di Indirizzo Strategico di MH2IT si riunisce per discutere i risultati finali del lavoro iniziato ad aprile 2015 e che ha portato a definire gli scenari relativi al numero e la localizzazione delle stazioni di rifornimento, oltre che al numero di vetture ed autobus ad idrogeno che potranno circolare fino al 2025.

Oggi il settore della mobilità a idrogeno sta conoscendo una fase di sviluppo nelle regioni più avanzate dell’Europa e del mondo e la percezione che l’idrogeno sia solo il vettore energetico di un futuro ancora molto lontano nel tempo, è errata. I tempi per questa tecnologia, e per dare un indirizzo di innovazione allo sviluppo industriale del Paese in questo settore, sono maturi. La propulsione ad idrogeno rappresenta una naturale evoluzione della mobilità elettrica ed i veicoli elettrici a fuel cell sono una realtà, con produzione di modelli di serie e piani per predisporre la rete di infrastrutture per il rifornimento.

Entro il 2050, gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea e ribaditi durante la Conferenza sul clima di Parigi (Cop21) dovranno essere raggiunti. A tal fine, la Commissione Europea ha inserito l’idrogeno nella lista dei “combustibili alternativi”, al pari del gas naturale e dei biocarburanti. Le vetture a idrogeno e pile a combustibile (FCEV), sono infatti delle vetture elettriche dove l’elettricità è prodotta direttamente a bordo, in tempo reale, attraverso una reazione elettrochimica tra idrogeno compresso e ossigeno atmosferico, senza alcuna combustione e con l’unico prodotto di scarto costituto dal vapore acqueo. Hanno quindi la capacità di contribuire significativamente alla riduzione dei gas a effetto serra e dell’inquinamento atmosferico, col vantaggio, rispetto alle vetture elettriche a batteria o plug-in, di avere tempi di ricarica di pochi minuti e un’autonomia fino a 600 km.

La Direttiva 2014/94/UE, lascia discrezionalità agli Stati membri in merito alla scelta di includere o meno l’idrogeno nel mix dei combustibili alternativi da indicare a Bruxelles; i fondi europei potenzialmente disponibili, potranno essere stanziati unicamente a favore dei Paesi che abbiano incluso questa tecnologia nel loro piano nazionale e di conseguenza la mobilità a idrogeno in Europa si svilupperà adeguatamente soltanto in quei Paesi UE che avranno scelto di includere questo vettore nei propri piani per lo sviluppo dei combustibili alternativi.

La regione Pugliaha un surplus di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che può essere utilizzato per la produzione di idrogeno e la città di Bari potrà rappresentare uno dei primi siti nazionali dove implementare le attività previste dal piano, che prevede una prima fase di attuazione attraverso lo sviluppo di captive fleets (flotte aziendali) pubbliche o private, che potranno rifornirsi in aree dove sorgeranno le stazioni di rifornimento, con l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti soprattutto nelle aree urbane. L’agenzia regionale ARTI è già coinvolta come partner nel progetto europeo INGRID (High-capacity hydrogen-based green-energy storage solutions for grid balancing).