Parlando di Ginseng ci riferiamo a numerose specie di piante appartenenti alla famiglia delle Araliacee, che si trovano in diverse zone, sia in Asia che in America. 

Le radici di queste piante sono un importante farmaco della medicina tradizionale cinese che le considera efficaci sia per la cura di numerose malattie sia come “rivitalizzante” di numerose funzioni organiche.

Il ginseng più noto ed anche studiato è quello di origine asiatica (Panax ginseng) considerato una panacea in quanto sarebbe in grado di curare e prevenire un gran numero di malattie anche se non esistono prove scientifiche che lo dimostrino. L’efficacia del ginseng dipende dai suoi componenti naturali che sono dei saponosidi triterpenici (panaxiatrolo in particolare) le vitamine B e C, alcuni aminoacidi, sali minerali ed oli essenziali.

E’ probabile che gli effetti siano dovuti alla interazione dei vari componenti alcuni dei quali hanno anche una azione antiossidante nei confronti dei radicali liberi. Si tratta del più importante prodotto usato in erboristeria e ne viene raccomandato l’uso alimentare per un migliore adattamento alle condizioni di vita quotidiana in quanto contribuisce a superare gli stati di stress e di fatica fisica e mentale cui siamo quotidianamente esposti. Dall’esame della documentazione disponibile appare evidente che la maggior parte delle indicazioni “terapeutiche” derivano dalla tradizione e da osservazioni pratiche anche di carattere empirico che non di rado conducono ad opinioni divergenti sulla reale efficacia. In ogni caso si ritiene che il ginseng abbia effetti positivi, oltre che nel migliorare le stato di benessere, anche nello stimolare le difese immunitarie. Come effetti collaterali sono stati segnalati nausea, diarrea, effetti sul sonno, cefalee, epistassi, disturbi pressori. Questi effetti si avrebbero soprattutto in casi di iperdosaggi. Molti ritengono anche che ci sia un effetto sull’ipofisi e quindi una influenza positiva sugli equilibri ormonali ed in particolare su quelli che regolano e stimolano la sfera sessuale.

Sulle modalità di assunzione esistono opinioni non sempre concordanti; alcuni infatti consigliano di farne uso in cicli di sei settimane e, curiosamente, di non abbinarlo al consumo di caffè che invece sembra essere piuttosto diffuso. Con ogni probabilità l’effetto placebo gioca un ruolo molto importante. Di particolare interesse è il parere dell’EFSA che nel 2011 ha esaminato la documentazione scientifica disponibile ai “claims” nutrizionali che vengono attribuiti al ginseng e che spesso sono riportati nelle etichette dei vari integratori commercializzati che lo contengono. La valutazione finale è stata negativa nei confronti del ginseng in quanto non sono state trovate prove scientifiche attendibili sulla sua efficacia.

Recentemente però un gruppo di ricercatori del “Cancer Center” di Rochester ha condotto uno studio su oltre 300 pazienti oncologici divisi in due gruppi. Ad uno sono stati somministrati 200 mg al giorno di ginseng, all’altro un placebo. Dalle osservazioni effettuate risulta che nei pazienti trattati con ginseng c’è stata una significativa diminuzione del senso di fatica rispetto a quelli trattato con il placebo. In alcuni pazienti trattati con il ginseng si sono però osservati come effetti collaterali un aumento dei casi di nausea e di feci molli rispetto alle persone trattare con il placebo. Probabilmente se venissero intensificati gli studi potrebbero essere chiariti i meccanismi che sono alla base della attività farmacologica e/o nutrizionale del ginseng.

Si tratta però di studi molto costosi che le industrie farmaceutiche e/o alimentari probabilmente non affrontano in quanto si tratta di un rimedio tradizionale che difficilmente può essere tutelato da un brevetto e quindi i risultati delle ricerche non darebbero profitti economici significativi. Si tratta però di un prodotto di largo uso che, indipendentemente dalle conoscenze scientifiche, viene consumato con soddisfazione da larghe fasce di popolazione senza che ci sia segnalazione di danni. Con ogni probabilità si tratta di un prodotto con proprietà toniche e come tale dovrebbe essere considerato. Per chi volesse farne uso per sfruttare le altre proprietà farmacologiche che spesso ne vengono vantate (stimolante, ipoglicemizzante, afrodisiaco, ecc.), la raccomandazione è quella di consultare il proprio medico prima di usarlo.

È infine opportuno rivolgersi a fornitori di fiducia (erboristi o farmacisti) per evitare che al posto del ginseng vengano acquistati prodotti “tagliati” o dei veri e propri surrogati che della radice cinese hanno soltanto il nome.

per gentile concessione di www.sicurezzalimentare.it